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Piero Ruggeri

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Piero Ruggeri nasce a Torino il 27 aprile del 1930. 
Frequenta l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino dove si diploma nel 1956. Nello stesso anno partecipa, invitato insieme a Saroni e a Soffiantino, alla XXVIII Biennale di Venezia. 
Nel 1955, 1957, 1959 partecipa nella città natale a tre edizioni di “Francia-Italia” mostra collettiva di grande rilievo ed interesse e, sempre nel 1955, è presente alla collettiva “Niente di nuovo sotto il sole” allestita da Luigi Carluccio presso la Galleria La Bussola. 
Nel 1960 la Galleria Odyssia di Roma organizza la sua prima mostra personale e, nello stesso anno, viene invitato con una versione del Martirio di San Matteo, al Premio Guggenheim di New York diventando con Afro Basaldella il più giovane artista italiano a ricevere tale attestato internazionale.
Partecipa alla XXXI Biennale di Venezia del 1962 con una sala personale nella quale espone 14 opere, tra le quali i cosidetti Lavati, opere nelle quali prevale la componente segnica su fondi leggeri, quasi rarefatti, in contrapposizione ai lavori più materici dei primi anni. Dopo questa data la biografia dell’artista s’ispessisce ricevendo il tributo della critica italiana più accreditata (da Renato Barilli a Paolo Fossati) e, nel contempo, vantando alcuni tra i più prestigiosi premi internazionali. Viene invitato alle Biennali di San Paolo del Brasile nel 1961 e 1963. 
La prima fase del suo lavoro è segnata profondamente dalla cultura umanistica esistenziale degli anni ‘50 ed è influenzata all’inizio da artisti come Spazzapan, Moreni, Fautrier, De Staël, De Kooning, Kline, Guston e Bacon ma, la dimensione informale della sua pittura, si caratterizza ben presto in termini molto personali. 
Ruggeri si afferma definitivamente con uno straordinario ciclo di dipinti databili tra il 1957 e il 1964 (nature morte e soprattutto figure in interni o nel paesaggio) che hanno ben poco di figurativo dove, da bui fondali di nera materia pulsante, emergono lampi di luce bianca e drammatiche tracce rosse.
Tra il 1971 e il 1980 presenta, in una serie di esposizioni personali, le opere appartenenti al cosiddetto ciclo dei Roveti e nel 1978 è invitato da Luigi Carluccio alla Biennale di Venezia.
Prosegue con grande coerenza la sua ricerca nell’ambito dell’Espressionismo Astratto, con una pittura gestuale, materica e di grande impatto cromatico, ritornando continuamente ai temi prediletti: figure nel paesaggio e suggestioni naturalistiche interpretate in chiave personalissima.
Nel 1983 presenta le opere del ciclo Le Tate nel bosco alla Bottega d’Arte di Acqui Terme ed alla Galleria Documenta di Torino.
Nello stesso anno viene invitato da Renato Barilli all’ importante rassegna L’Informale in Italia alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna.
Dalla metà degli anni ’80 la sua ricerca s’indirizza sempre più verso la monocromia (prevalentemente neri, bianchi, e rossi), dove la materica pasta pittorica è ripetutamente sfregiata e spatolata, rivelando ritmi, luminosità e percorsi grafici di grande suggestione.


Partecipa a numerose esposizioni nazionali e internazionali, tra le quali:
1984 – Galleria Civica d’Arte Moderna, Ferrara  
1985 – Villa Reale, Monza  
1986 – Palazzo Graneri, Torino; Circolo degli Artisti, Torino  
1989 – Galleria Martano, Torino  
1993 – Galleria Comunale d’Arte, Cesena; Casa del Mantegna, Mantova; Liceo Saracco, Acqui Terme (AL); Battistero di San Pietro,  
1998 – Palazzo Bricherasio, Torino  
2000 – Palazzo Sarcinelli, Conegliano (TV)  
2001 – Casa dei Carraresi, Conegliano (TV)  
2004 – Galleria d’Arte Trentasette, Palermo  
2006 – Piccolo Miglio in Castello, Brescia  
2008 – Piero Ruggeri. Materie pulsanti, Galleria d’Arte 2000& NOVECENTO, Reggio Emilia  
2008 – Palazzo Magnani, Reggio Emilia  
 
Vince moltissimi premi nazionali e internazionali. Ricordiamo il Morgan’s Paint, il Marzotto, il Solomon Guggenheim a New York, il Fiorino ed il Lissone.
   
Muore il 14 maggio 2009 nella sua casa di campagna in provincia di Torino.

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